sabato 17 gennaio 2015

CENSURA: Tentativo Sventato

Fonte: varesenews.it
Il 23 dicembre 2014, in apertura di Consiglio Comunale, il sig. Sindaco ha letto la seguente dichiarazione, palesemente (e innegabilmente) riferita a noi:

«In apertura di seduta ritengo opportuno rimarcare che l'Amministrazione comunale stigmatizza recisamente  ogni condotta di raccolta di immagini non autorizzate entro e a margine delle sedute di questo consiglio comunale e, a maggior ragione, ogni forma di improprio utilizzo anche attraverso social media di tali immagini, in violazione dei diritti alla riservatezza e alla onorabilità del corpo politico, dei suoi appartenenti e di tutti coloro che partecipano al più importane momento di vita democratica comunitaria.
L'amministrazione comunale ritiene che l'esercizio del diritto di critica politica, pur in ogni forma anche aspra, non debba comunque mai travalicare tali limiti. L'amministrazione comunale, nel riservarsi ogni più ampia forma di tutela a fronte di tali comportamenti, ribadisce la piena recettività dei principi e delle norme espressi dal regolamento del consiglio comunale, in particolare dall'art. 38, III comma T.U.O.E.L. che recita: "il Consiglio ha potestà di disciplinare, con apposite norme regolamentari, ogni aspetto attinente al funzionamento dell'assemblea". 
La presente comunicazione viene formulata nell'auspicio che condotte non conformi con le norme da ultimo registrate e con i più elementari precetti su cui deve trovare fondamento la vita politica in questo comune non abbiano più a ripetersi».


Ma cos'è accaduto? 
Dove avremmo effettuato una «raccolta di immagini non autorizzate»?
E dove avremmo fatto un «improprio utilizzo» di tali immagini?
Quando e dove avremmo violato la legge sulla privacy?
In sostanza: di cosa ci ha accusato?

Lo spieghiamo noi, visto che al sig. Sindaco sono sfuggiti alcuni particolari e visto che, con questa dichiarazione, il sig. Sindaco ci ha accusato di aver commesso un reato che in realtà non abbiamo commesso, stando alla legge.

Il 29 novembre 2014, prima che il Consiglio avesse inizio, il nostro collega sig. Lorenzo Frascotti si è recato dal Segretario Comunale dott. Antonio Basile e, in presenza del sig. Sindaco, ha domandato se fosse possibile scattare e divulgare delle fotografie del Consiglio all'opera.

Il Regolamento, infatti, non lo vieta; ed infatti, la risposta del sig. Segretario è stata affermativa.

 Così, il nostro collega sig. Lorenzo Frascotti ha scattato due fotografie e, il giorno dopo, le abbiamo aggiunte ad un articolo sul nostro sito internet (clicca qui).

Un mese dopo il sig. Sindaco ci ha accusato, con la sopracitata dichiarazione, di aver raccolto in modo abusivo quelle immagini fotografiche e che, sì facendo, abbiamo leso i «diritti alla riservatezza e alla onorabilità del corpo politico».

Ma non è stato lo stesso Segretario ad autorizzarci? E il sig. Sindaco non era forse lì che ascoltava? Non ha visto il sig. Lorenzo Frascotti che si alzava e girava per la sala scattando fotografie? E se l'ha visto, come mai non glielo ha impedito, visto che, secondo lei, è una cosa contro-legge?

E non è stato lo stesso Garante della Privacy, in un parere dell'11 marzo 2002, a sostenere che pubblicare immagini dei Consigli Comunali non sia violazione della privacy? (Clicca qui per leggere il parere del Garante).

E non è forse la legge a sostenere che per esserci una violazione della privacy dovrebbe verificarsi una diffusione di immagini non autorizzate? Nel caso di specie l'autorizzazione è stata richiesta e accordata, il Garante è dalla nostra parte e non esiste un articolo del Regolamento che vieti di fare quello che abbiamo fatto noi.

La dichiarazione del sig. Sindaco ci diffama e lede la nostra onorabilità. E l'atto è tanto più grave in quanto commesso in una sede istituzionale, nelle vesti di sindaco, nonché messo a verbale!

C'è poi un'altra cosa che ci lascia alquanto interdetti. Il sig. Sindaco, nella sua dichiarazione, richiama un articolo di legge che dice, banalmente, che il Consiglio può disciplinare qualunque aspetto lo riguardi direttamente, incluse le fotografie del Consiglio Comunale. 


Il dott. Dario Leoni, a tal riguardo, ha fatto notare al sig. Sindaco una cosa molto semplice: se davvero non le piace che si pubblichino fotografie, perché non lasciare che sia il Consiglio stesso a decidere? Perché non ha presentato il testo di un apposito Regolamento che impedisse di scattare fotografie? Perché si è limitata ad una dichiarazione senza alcun valore legale e per di più sbagliata nella sua impostazione (oltre che diffamatoria)?

Invitiamo il sig. Sindaco ad essere più accorta e a non più mettere a verbale dichiarazioni fuorvianti e diffamatorie nei nostri riguardi (poiché il riferimento a noi è palese). La invitiamo a non più accusarci di aver agito contro la legge e i regolamenti quando, in realtà, li abbiamo rispettati in pieno. E la invitiamo a presentare un regolamento che vieti di scattare fotografie al Consiglio perché, se proprio è sua intenzione vietarlo, questo è ciò che deve fare.

Attualmente, infatti, a Comabbio è pienamente consentito scattare e divulgare fotografie del Consiglio Comunale. E noi lo faremo ancora. E ciò in forza dell'art. 25 della Costituzione che vieta di punire un cittadino per un qualcosa che non è espressamente vietato dalla legge (principio di legalità).

Smetteremo di farlo solamente quando a Comabbio verrà approvata un regolamento che ce lo impedisce, anche se nutriamo forti dubbi circa la legittimità di un simile regolamento. 

Per intanto abbiamo scritto al sig. Sindaco una lettera (qui sotto allegata) in cui chiediamo che la nostra replica sia pubblicata sul sito internet del Comune. In difetto di ciò, ci riserviamo di procedere per altre vie al fine di tutelare la nostra onorabilità che il sig. Sindaco ha infangato con la sua dichiarazione.

1 commento:

  1. Ahimè questo è un annoso problema storico dei sedicenti "competenti" amministratori della cosa pubblica di Comabbio, vale la pana rammentare che dal punto di vista civico e civile la segretezza ovvero riservatezza è riservata all'elettore e non all'eletto che in quanto personaggio pubblico si assume gli onori e gli oneri di tale propria scelta...la difficoltà di alcuni di apparire in dagherrotipi nel compimento delle proprie funzioni istituzionali.....è alquanto distante dalla funzione stessa di eletto e quindi civum publicum.....questo episodio la dice lunga sul carattere alquanto distante dalla democraticità richiamata dal Sindaco......dixit....se non vuoi apparire non candidarti......

    Vi inoltro una richiesta che riguarda l'applicazione dell'IMU agricola.....non trovando traccia presso il sito istituzionale del Comune....con il rischio che alcuni Cittadini possano risultare morosi a loro insaputa...il termine ultimo per il versamento 2014 è stato prorogato con decreto del 23/01/2015 al 10 febbraio 2015.....un saluto e un grazie, Ernesto Zendali.

    RispondiElimina